Nonostante la crisi in aumento del 20% la chirurgia plastica

Venti di crisi un po' dappertutto ma non per i chirurghi estetici che hanno visto incrementato il loro lavoro del 20%. Lo riferisce Carlo D'Aniello, presidente della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Gli italiani rinunciano a tutto, ma probabilmente non possono fare a meno di apparire in forma, quindi via a ritocchi al seno per la mastoplastica additiva, al contorno occhi per eliminare borse e rughe con la blefaroplastica, rinoplastica e liposcultura. Sono questi gli interventi piu' richiesti. Boom'anche di pazienti ex-obesi che devono risolvere la loro situazione di pelle cadente, anche se questa è un'operazione che non viene quasi mai rimborsata dal Servizio sanitario nazionale (Ssn). Poche e sporadiche richieste, invece, «per quella che i francesi chiamano ninfoplastica, cioè la ricostruzione delle parti intime femminili». Il chirurgo si dice poi preoccupato per il «via vai di giovani che mi chiedono di cancellare un tatuaggio: fra poco tempo ci ritroveremo una generazione di pentiti dei disegni sulla pelle». Secondo gli esperti, le parole d'ordine per prevenire problemi sono informazione e regole chiare in un campo delicato come quello della chirurgia estetica: «la Sicpre - evidenzia D'Aniello - auspica una condivisa azione politica per la formazione dei professionisti e un'attenta vigilanza sulle strutture in cui vengono eseguiti questi interventi».