Che cos'è la sindrome dell'ovaio policistico

La sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) rappresenta, con un'ampia gamma di manifestazioni cliniche, la causa più comune di mancata ovulazione. Nelle sue forme più lievi il ciclo mestruale può avere una lunghezza normale, ma sottoponendo la donna ad un monitoraggio ecografico dell'ovulazione (una serie di ecografie mirate allo studio della crescita del follicolo per individuare il giorno dell'ovulazione) potranno essere evidenziate ovaie più grandi del normale, all'interno delle quali saranno visibili tanti piccoli follicoli, nessuno dei quali riuscirà a crescere in maniera dominante. Pertanto, la successiva mestruazione comincerà senza che ci sia mai stata l'ovulazione.
La diagnosi di PCOS, oltre che sul reperto ecografico si basa sul dosaggio ematico di due ormoni, l' FSH e l' LH effettuato nei primi 5 giorni a partire dall'inizio delia mestruazione: il risultato rivelerà valori di LH più elevati del normale, con uno sbilanciamento del rapporto FSH/LH, che In condizioni normali risulta a favore dell'FSH. La conseguenza clinica di questo sbilanciamento è un incremento dei livelli ormonali maschili. Infatti nelle forme più gravi ne compaiono i segni caratteristici: irsutismo (aumento della peluria), acne e seborrea (cute e capelli grassi) fino all'obesità. Il ciclo mestruale può essere più lungo del normale fino ad arrivare all'oligomenorrea (mestruazioni irregolari dalle 6 settimane ai 6 mesi) 0 addirittura all'amenorrea (assenza di mestruazioni). La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci che stimolano l'ovaio a riprendere la propria attività, in alternativa, nelle forme più resistenti e severe, viene tentato l'approccio chirurgico con cui si mira e ripristinare i normali livelli ormonali, riducendo il volume delle ovaie.