Gli antivirali per la febbre suina finiscono nei fiumi con l'urina e fanno mutare il virus grazie agli uccelli

Gli uomini assumono gli antivirali per combattere la febbre suina, l'urina espulsa va a finire nei fiumi dove vivono uccelli e anatre, serbatori dei virus dell' influenza, l'organismo dei quali diventa sempre piu' resistente ai farmaci che così non hanno piu' efficacia. E' l'interessante tesi di un gruppo di ricercatori dell' università di Kyoto pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives.
Gli studiosi hanno analizzato numerosi punti lungo due fiumi nei quali defluiscono acque di scarico. Dopo la prima raccolta dei campioni, avvenuta nel dicembre 2008 e quindi durante la scorsa influenza stagionale, il farmaco oseltamivir è risultato presente in pochi nanogrammi per litro; quando l'analisi è stata ripetuta, nel febbraio 2009 (quando a Kyoto c'erano 1.738 casi confermati di influenza), la quantità del farmaco era aumentata a 300 nanogrammi per litro. Le misure non sono state ripetute durante la pandemia, quando le prescrizioni del farmaco antivirale erano dieci volte maggiori. Gli studiosi rilevano che circa l'80% di una dose ingerita del farmaco finisce nelle acque nella sua forma attiva (oseltamivir carbossilato), lo stesso viene assorbito dagli uccelli che quindi sviluppano una resistenza mutando il virus influenzale.